
Non c’è dubbio che uno dei bandi PNRR più importanti per la transizione digitale sia rappresentato dalla misura 1.4.1. Questa misura prevede il finanziamento di siti web e di servizi digitali accessibili con SPID, CIE, a richiesta del cittadino, rispondenti ai criteri tassativamente richiesti da Agid la cui applicazione costituisce una condizione essenziale per l’assegnazione dei fondi.
Anche se la scadenza dell’avviso era programmata per il 2 settembre 2022 oggi l’avviso risulta chiuso.
Sul sito ufficiale “PA digitale 2026” risulterebbero invece ancora disponibili 115,4 milioni di euro ma non vengono più ammesse domande di candidatura. https://areariservata.padigitale2026.gov.it/Pa_digitale2026_dettagli_avviso?id=a017Q00000dk829QAA
Comunque, per tutti i Comuni la cui domanda è stata accolta, inizia la fase della individuazione dei fornitori di tecnologie informatiche più adatti alle loro esigenze per la realizzazione del sito comunale e dei servizi digitali ai cittadini.
In base al cronoprogramma pubblicato sul bando i Comuni con meno di 5.000 abitanti avranno un termine massimo di sei mesi (180 giorni) per la contrattualizzazione del fornitore dalla data di notifica del decreto di finanziamento. I Comuni con più di 5.000 abitanti avranno 9 mesi (270 giorni) di tempo.
A questo punto si impongono, al Comune beneficiario, alcune riflessioni importanti.
Primo: a quale fornitore affidarsi per assicurare il buon esito del finanziamento ottenuto.
A tal proposito è importante una accurata ricerca per individuare fornitori che hanno già implementato soluzioni che prevedono l’utilizzo dei servizi in cloud e di applicativi saas che hanno già ottenuto da Agid riconoscimenti di qualificazione valida per la fornitura di applicativi alla pubblica amministrazione.
Secondo: come ottenere il massimo vantaggio, in termini di investimento, dai fondi ricevuti.
Per centrare questo obiettivo è necessario individuare fornitori che diano la disponibilità a collaborare con il Comune per realizzare servizi duraturi e finanziariamente sostenibili che siano attivi ed aggiornati oltre la disponibilità dei fondi PNRR.
Terzo: evitare l’effetto bonus, che falsa i prezzi di mercato danneggiando il tessuto produttivo e quello fruitore, attraverso la consapevolezza del valore tecnologico ed economico dei servizi da attivare.
Quarto: non perdere l’occasione di questa opportunità di sviluppo del tessuto socio economico nel territorio comunale e non rischiare di vanificare le energie profuse e risultati attesi.
Per fare un esempio, un Comune con meno di 5.000 abitanti potrebbe avere un finanziamento di Euro 28.902 per il sito web e di Euro 51.020 per l’attivazione di n. 4 servizi digitali.
Complessivamente il Comune otterrebbe un finanziamento PNRR di Euro 95.259 comprensivi di IVA 22% per un contributo netto di Euro 78.081.
Prescindendo dalla considerazione che le risorse del Piano di resistenza e resilienza sarebbe ab origine decurtato di 1/5 destinato direttamente allo stato centrale, il finanziamento dovrebbe essere sufficiente per un triennio alla realizzazione e gestione del sito web e dei servizi digitali, ampliati in base alle necessità rispetto hai quattro finanziati da PNRR.
Il tutto dovrebbe portare a un consolidamento delle attività previste dal PNRR con un avanzo di risorse per l’attivazione di ulteriori servizi e tecnologie informatiche necessarie al Comune.
Per attivare economie di scala, Actainfo presenta il servizio Sportello digitale, condivisibile anche con altri fornitori di servizi digitali a richiesta del cittadino, di cui è disponibile una DEMO prenotabile dal sito web www.cittadinoattivo.cloud e dove sono riportate le caratteristiche e le modalità di utilizzo.
Dott. Igino Addari
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