Il supporto esteso per Windows 7 e’ terminato il 14 gennaio 2020. I PC non smetteranno di funzionare, ma l’interruzione del supporto esteso, che colpira’ circa 300 milioni di computer, lascia gli utenti vulnerabili a virus e malware in quanto non saranno più rilasciati aggiornamenti o patch di sicurezza per il sistema operativo.

La vulnerabilità del sistema operativo costituirà, in caso di violazione illecita dei dati personali raccolti, una grave responsabilita’ per l’organizzazione – ente, impresa professionista – che non abbia adottato tutte le misure idonee a proteggere i dati personali trattati.

L’art. 32 del GDPR n. 2016/679 sulla sicurezza del trattamento dei dati personali prevede, infatti, che “il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento mettono in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza commisurato al rischio”.
Il Regolamento pone fortemente l’accento sulla responsabilizzazione, accountability, dei titolari e dei responsabili del trattamento, affinché adottino autonomamente una serie di comportamenti che permettano di dimostrare l’adozione di misure idonee al rispetto del Regolamento stesso.
Questo obbligo emerge con evidenza dall’art. 24 del Regolamento, che infatti stabilisce che “il titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire, ed essere in grado di dimostrare, che il trattamento è effettuato conformemente al presente regolamento. Dette misure sono riesaminate e aggiornate qualora necessario.”

E’ appena il caso di ricordare le pesanti sanzioni e responsabilita’ che gravano sui titolari e responsabili del trattamento in caso di violazione dei dati personali detenuti.

Considerati i rischi, questi sono alcuni consigli pratici per evitare gravi ripercussioni sull’attivita’ derivanti dalla decisione di Microsoft.

Chi intende proseguire con Windows 7 può sottoscrivere gli aggiornamenti di sicurezza estesa (ESU, Extended Security Update) fino al 2023 ma il servizio ha un costo considerevole, si parla infatti di una richiesta tra 25 e 200 Euro per workstation, a seconda della versione di Windows 7 in esecuzione (Enterprise o Pro) e della durata degli aggiornamenti.

Gli utenti, in possesso di una copia autenticata/legittima di Windows 7, che decidono di passare al sistema operativo Windows 10, possono farlo gratuitamente seguendo la seguente procedura:

– Recarsi alla pagina Scarica Windows 10 e selezionare il pulsante “Scarica ora lo strumento”.
– Al termine del download, eseguire il software Media Creation Tool.
– Se il Media Creation Tool è già sul PC che si desidera aggiornare, scegliere l’opzione per aggiornarlo e aspettare che venga eseguita l’installazione gratuita di Windows 10.
– Se il Media Creation Tool non si trova sul PC che si desidera aggiornare, selezionare l’opzione “Crea supporti di installazione per un altro PC”.
– Seguire le istruzioni e scegliere se inserire i file di installazione su un’unità flash USB o file ISO.
– Trasferire, secondo l’opzione scelta, i file di installazione sul PC che si desidera aggiornare.

Chi continuerà a usare Windows 7, dal 15 gennaio 2020 vedrà una notifica popup recante il messaggio “il tuo PC Windows 7 non è supportato” .

Per far sparire il popup si avranno a disposizione tre opzioni: ricordamelo in seguito; clicca per saperne di più; non ricordarmelo più tra le quali scegliere.

           

                

 

 

 

 

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Per l’attuazione degli obblighi richiesti dal nuovo Regolamento UE Software web based ActaPrivacy per la gestione degli adempimenti previsti per la protezione dei dati personali dal GDPR 2016/679. 

 

   

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