DPO

Con il Nuovo Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali, nella Newsletter del 15 settembre 2017, il Garante della Privacy ha chiarito come scegliere il Responsabile della protezione dei Dati – RPD – anche definito Data Protection Officer – DPO.

Le prime indicazioni del Garante  precisano che sono necessarie competenze specifiche e non attestati formali.
   
Le pubbliche amministrazioni, così come i soggetti privati, dovranno scegliere il Responsabile della protezione dei dati personali (RPD) con particolare attenzione, verificando la presenza di competenze ed esperienze specifiche.
Non sono richieste attestazioni formali sul possesso delle conoscenze o l’iscrizione ad appositi albi professionali.
Queste sono alcune delle indicazioni fornite dal Garante della privacy alle prime richieste di chiarimento in merito alla nomina di questa nuova  importante figura  – introdotta dal Regolamento UE 2016/679 –  che tutti gli enti pubblici e anche molteplici soggetti privati dovranno designare entro il prossimo maggio 2018.

Nella nota  inviata a un’azienda ospedaliera l’Ufficio del Garante ricorda che i Responsabili della protezione dei dati personali – spesso indicati con l’acronimo inglese DPO (Data Protection Officer) – dovranno avere un’approfondita conoscenza della normativa e delle prassi in materia di privacy, nonché delle norme e delle procedure amministrative che caratterizzano lo specifico settore di riferimento. Nella selezione sarà poi opportuno privilegiare soggetti che possano dimostrare qualità professionali adeguate alla complessità del compito da svolgere, magari documentando le esperienze fatte, la partecipazione a master e corsi di studio/professionali (in particolare se risulta documentato il livello raggiunto). Gli esperti individuati dalle aziende ospedaliere, ad esempio, in considerazione della delicatezza dei trattamenti di dati effettuati (come quelli sulla salute o quelli genetici) dovranno preferibilmente vantare una specifica esperienza al riguardo e assicurare un impegno pressoché esclusivo nella gestione di tali compiti.

L’Autorità ha inoltre chiarito che la normativa attuale non prevede l’obbligo per i candidati di possedere attestati formali delle competenze professionali. Tali attestati, rilasciati anche all’esito di verifiche al termine di un ciclo di formazione, possono rappresentare un utile strumento per valutare il possesso di un livello adeguato di conoscenza  della disciplina ma, tuttavia, non equivalgono a una “abilitazione” allo svolgimento del ruolo del RPD.
La normativa attuale, tra l’altro, non prevede l’istituzione di un albo dei “Responsabili della protezione dei dati” che possa attestare i requisiti e le caratteristiche di conoscenza, abilità e competenza di chi vi è iscritto. Enti pubblici e società private dovranno quindi comunque procedere alla selezione del RPD, valutando autonomamente il possesso dei requisiti necessari per svolgere i compiti da assegnati.

Fonte: Newsletter del 15 settembre 2017, il Garante della Privacy

 

Leggi anche

Online ActaFOIA, applicativo con accesso SPID e registro FOIA.

Il Dlgs. 25 maggio 2016, n. 97 prevede che ogni cittadino possa accedere senza alcuna motivazione ai dati in possesso della Pubblica Amministrazione e che non abbia la possibilità di ricevere rifiuto alla richiesta di informazioni, se non motivato. L’Articolo 5 introduce una nuova forma di accesso civico ai dati e documenti pubblici equivalente a […]

Microsoft word a Rischio Privacy per salvataggio One Drive

Word

Da agosto 2025, Microsoft ha annunciato che Word per Windows salverà automaticamente tutti i nuovi documenti su OneDrive per impostazione predefinita. Estenderà il modello di salvataggio su cloud predefinito a tutti gli di Excel e PowerPoint nel corso dell’anno. Microsoft presenta questo cambiamento come un vantaggio per la sicurezza, la conformità, la collaborazione e le […]

Scade 31 dicembre 2025 – Dataset Open Data – Piano ICT

Come riportato tra gli adempimenti di AGID sul Piano Triennale Informatica 2024-26, scade il 31 Dicembre 2025 per – Ogni Comune con popolazione tra 10.000 e 100.000 abitanti, ogni Unione di Comuni o altri tipi di consorzi e associazioni, ogni Comunità Montana o isolana pubblica (non ancora presenti nel 2024 nel catalogo dati.gov.it) pubblicano e […]